Il futuro: economie circolari e rete tra imprese
Green e digitale: la ricetta all’involuzione economica
L’accelerazione dei prezzi energetici e le pressioni inflazionistiche hanno inasprito enormemente i costi sociali ed economici della recessione pandemica, causando una spinta al ribasso del ciclo economico. Interviene l’avv. Lucia Dello Russo, responsabile Nazionale Ufficio Legale di Unicoop, che traccia la rotta per reggere all’urto di una recessione incalzante: “L’esigenza di rilancio della crescita economica impone di considerare due aspetti fondamentali: la riscoperta del ruolo degli investimenti e il perseguimento degli obiettivi di transizione ecologica e digitale. La sfida è tutt’altro che facile – afferma Dello Russo – in presenza di molte piccole e medie imprese italiane per le quali gli investimenti tipici di un’economia circolare all’insegna della sostenibilità economica, sociale ed ambientale possono costituire un serio problema di gestione e di strategia.
Di fronte al rischio che la crisi energetica possa travolgere molte attività produttive, a causa dell’elevato carico dei costi di produzione che minano la stabilità dei livelli occupazionali, è necessario ripensare una strategia fondata su criteri di organizzazione e collaborazione che possano risultare più efficienti nel garantire alle imprese un futuro competitivo.
Tuttavia, in positivo, gli eventi avversi – la pandemia prima ed ora la guerra – hanno messo al centro dell’agenda politica misure ed interventi, oltre che risorse, per aggredire le componenti strutturali che hanno frenato negli anni la nostra crescita, quali la dipendenza energetica e la carenza di investimenti volti all’innovazione tecnologica.
Alla luce di tali interventi, molte imprese dovranno riconsiderare il loro modo di lavorare scegliendo di aggregarsi e collaborare in sinergia per fronteggiare la crisi e ridefinire il proprio riposizionamento in un mercato dominato da grandi concorrenti.
La transizione verso modelli di aggregazione e/o di rete tra imprese sarà fondamentale per affrontare la sfida dell’innovazione ecologica- in materia di produzione di energia da fonti rinnovabili – e digitale che presuppone una maggiore capacità di organizzazione e posizionamento sul mercato in vista della partecipazione ai bandi regionali, nazionali o comunitari (PNRR) e della necessità di reperire i fondi necessari per la ricerca e sviluppo delle nuove tecnologie.
Il contratto di rete diventa quindi il terreno virtuale di sperimentazione contrattuale e lo strumento di sviluppo locale, attraverso il quale sarà possibile anche contenere il tasso di disoccupazione con una politica di mobilità del lavoratore nell’ambito della rete e del territorio, andando a costruire uno speciale sistema di inquadramento dei lavoratori che tenga conto dei nuovi profili green e digitali.
Inoltre, l’organizzazione reticolare proprio per la sua capacità di cogliere le opportunità offerte dai bandi regionali, nazionali e comunitari potrà favorire la nascita delle comunità energetiche locali”.