Laboratori (e Governance) territoriali per scuola, apprendimento e lavoro
Promozione e progettazione dell’offerta formativa in accordo con gli istituti professionali
Valorizzazione delle reti di scuole nella definizione di modelli condivisi.
Pur condividendo gli obiettivi identificati nel PNA e la scelta delle misure prioritarie da attuare, riteniamo che la costruzione di un sistema territoriale di governance per l’apprendimento permanente, nell’ambito della strategia di rilancio e sviluppo delle Reti e dei Patti territoriali, sia un fattore indispensabile per l’efficace attuazione di tutte le misure, gli strumenti e le strategie pianificate nel PNA (offerta di apprendimento di qualità, flessibile, inclusiva e personalizzata, servizi di IVC operativi e funzionanti, digital credentials sperimentate e diffuse,capacità analitiche mercati del lavoro migliorate ecc..).
Con riferimento alla necessità di supportare l’innovazione nell’IFP (settore Istruzione) e accompagnare la Riforma degli Istituti Professionali
Con il decreto legislativo 61 del 13 aprile 2017 gli istituti professionali si candidano a diventare scuole territoriali dell’innovazione, aperte e concepite come laboratori di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica dove poter avviare percorsi di apprendimento personalizzati e bilanci formativi per ciascun studente; tuttavia, la funzionalità del modello didattico è stata messa in crisi dalle innumerevoli carenze che caratterizzano il sistema italiano di IFP, dimostrando di non riuscire ad offrire concrete prospettive di occupazione. In particolare, la bassa attrattività di IFP e la scarsa partecipazione, sono dipese dall’incapacità del sistema di strutturare percorsi formativi in coerenza con i fabbisogni derivanti dai territori in relazione al contesto socio-economico-produttivo locale per ridurre il mismatch tra domanda ed offerta di lavoro.
I processi di riforma dell’istruzione professionale, per centrare l’obiettivo dell’innalzamento dei livelli di qualità e flessibilità dell’offerta formativa, devono favorire il raccordo con il sistema produttivo e del lavoro attraverso una serie di misure volte ad incrementare la co-programmazione e co-progettazione dei percorsi formativi, nel segno di una maggiore spinta all’attivazione di laboratori territoriali di eccellenza presso le imprese.
La costituzione della “Rete nazionale delle scuole professionali”, con la presenza di tutte le istituzioni (della scuola e della IeFP) dedicate all’istruzione professionalizzante, non potrà avere ricadute interessanti sull’intero sistema di IeFP qualora non si agisca in stretto coordinamento e condivisione a livello territoriale con le filiere professionalizzanti.
Da questo punto di vista, per accelerare il processo di creazione di sinergie tra i diversi sistemi di apprendimenti (formale, non formale e informale) e qualificare gli standard, gli obiettivi e gli impatti delle varie offerte formative, è opportuno valorizzare e promuovere anche il ruolo di coordinamento svolto dalle parti sociali, nell’ambito dei rapporti intrattenuti con i Responsabili dell’attuazione (es. Uffici scolastici regionali), non limitandolo alla sola segnalazione della domanda di lavoro.
In definitiva, la valorizzazione del ruolo determinante delle parti sociali nella proposizione e progettazione dell’offerta formativa, in raccordo con gli istituti professionali, consentirà un utilizzo migliore dei laboratori territoriali presso le imprese con l’innegabile vantaggio di:
- rafforzare la propensione delle imprese nell’utilizzo dell’apprendistato duale e nella capacità formativa delle imprese stesse;
- favorire un migliore utilizzo delle competenze di esperti provenienti dal mondo del lavoro e l’ampliamento delle attività laboratoriali in azienda;
- favorire una migliore accessibilità e componibilità dei percorsi formativi per rispondere alle innumerevoli variabilità che provengono da differenti categorie produttive;
- promuovere l’analisi e la soluzione di problemi concreti legati ai vari settori produttivi di riferimento, stimolando un lavoro cooperativo per progetti attraverso maggiori modalità di applicazioni;
- favorire lo scambio di informazioni, best practice nell’ambito del sistema delle imprese locali;
- ampliare in chiave di filiera l’offerta formativa duale;
- costruire percorsi in modalità duale anche attraverso l’elaborazione di modelli innovativi;
- elaborare un database di informazioni utili all’adeguamento e ammodernamento dei contenuti dei curricoli offerti.
Questa attività di formazione/informazione e coordinamento delle parti sociali nei confronti degli operatori dei servizi educativi favorirebbe l’efficientamento nei diversi territori delle relazioni con i contesti produttivi, le filiere e il mondo del lavoro in generale, oltre che l’integrazione della capacità di analisi dei mercati del lavoro con lo sviluppo delle capacità previsionali sui fabbisogni di competenze.
Appare allora decisivo affidare ai Tavoli e agli Accordi territoriali, in cui vi sia il coinvolgimento delle Parti Sociali, il compito di definire le modalità di interrelazione tra il mondo della scuola, la IeFP e le filiere professionalizzanti, quali strumenti indispensabili per le azioni di contrasto alla dispersione, per le iniziative di potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro, di supporto all’attivazione di percorsi finalizzati all’acquisizione di un titolo di studio del sistema di IeFP. Rilevanti saranno i contributi offerti da attori socio-economici, che operano in contesti non formali e/o informali, in merito al migliore utilizzo delle competenze di esperti provenienti dal mondo del lavoro, allo sfruttamento del potenziale derivante da un miglior utilizzo di laboratori territoriali di eccellenza presso scuole, università e soprattutto imprese.
Fanno parte di questa attività anche gli interventi – su scala territoriale – di ricerca-azione svolti direttamente dagli Enti bilaterali, in quanto finalizzati all’acquisizione di conoscenze sulle caratteristiche e i fabbisogni di competenze espressi dai mercati del lavoro locali.
Con riferimento alla flessibilità e personalizzazione dei percorsi educativi e formativi e la valorizzazione delle competenze comunque acquisite
L’implementazione di un modello didattico innovativo, improntato al principio della personalizzazione educativa richiede, per il principio di corresponsabilità, la costruzione di un sistema di reti territorialmente integrate, non solo tra i servizi di istruzione professionale e gli enti di ricerca, le università e le infrastrutture già esistenti e dotate di comitati tecnico-scientifici di alto profilo, ma anche con il privato sociale rappresentato da esperti professionisti, collegati in modo organico alle principali strategie messe in atto per la crescita economica, occupazionale, sociale e personale. Nell’ambito di tale rete, non potranno che essere al meglio progettate e indirizzate le azioni di aggiornamento e formazione in servizio rivolte ai docenti, oltre che l’attività di individuazione dei fabbisogni formativi di ogni studente all’esito della documentazione del bilancio di competenze e conoscenze già possedute e acquisite indipendentemente dalla formalità, informalità o non formalità dei contesti in cui sono maturate.
Sarà tuttavia importante il ruolo delle reti di scuole nella definizione di modelli condivisi per lo meno a livello territoriale, anche al fine di facilitare il riconoscimento dei crediti.
I modelli di PFI dovranno inoltre tenere conto di quanto eventualmente stabilito negli accordi fra i competenti uffici scolastici regionali e le regioni in merito ai rapporti con l’IeFP.
Con riferimento allo Sviluppo di cataloghi regionali dell’offerta formativa per percorsi di politica attiva del lavoro flessibili e finalizzati all’upskilling e reskilling
Le azioni realizzate attraverso questa Misura, che hanno l’obiettivo finale di costruire un sistema articolato e flessibile di cataloghi dell’offerta formativa, devono necessariamente ricalcare quanto previsto dai Documenti Strategici attorno ai quali è stato costruito l’intero Piano e ai quali la Misura fa esplicito riferimento: il PNC, il Programma GOL e il Programma relativo al Sistema Duale.
I principi e le finalità del PNC hanno valenza trasversale e si applicano al complesso del sistema della formazione professionale. Il Piano va infatti ad integrare, in primo luogo, il Programma GOL iniziativa perno della riforma delle politiche attive per il lavoro, orientando le misure riguardanti la formazione professionale dei beneficiari nel Programma, in sinergia con il Piano straordinario di rafforzamento dei centri per l’impiego. Nell’ambito del Programma GOL, la Legge di bilancio 2022 prevede che possano essere sottoscritti accordi fra autonomie locali, soggetti pubblici e privati, ETS, associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale. Tali accordi hanno lo scopo di realizzare progetti formativi e di inserimento lavorativo nei settori della transizione ecologica e digitale. In base a tali accordi, le imprese, anche in rete e/o le loro rappresentanze possono realizzare la formazione dei lavoratori, nei medesimi settori, al fine di:
- fare acquisire ai lavoratori disoccupati, inoccupati e inattivi, previa accurata analisi del fabbisogno di competenze, conoscenze specialistiche tecniche e professionali, anche avvalendosi dei contratti di apprendistato di I e II livello e senza limiti di età;
- attivare centri interaziendali per garantire, eventualmente mediante l’istituzione di conti individuali di apprendimento permanente, la formazione continua dei lavoratori già occupati da riqualificare al fine di agevolarne la mobilità tra imprese.
Il PNC avrà inoltre impatto sugli interventi volti al rafforzamento del sistema duale, nonchè sull’operatività del Fondo Nuove Competenze, finalizzato a promuovere l’aggiornamento dei lavoratori di imprese che hanno stipulato intese o accordi collettivi di rimodulazione dell’orario di lavoro in risposta alle innovazioni di processo, prodotto o di organizzazione.
Per quanto riguarda in particolare il Fondo Nuove Competenze, il Piano evidenzia che lo stesso rappresenta un banco di prova di grande rilevanza per:
– facilitare la messa a regime dei sistemi di attestazione e certificazione, coerentemente con le modalità attuative poste in essere dagli Enti titolari, al fine di capitalizzare gli apprendimenti e le competenze acquisite dai destinatari della formazione;
– sostenere il ruolo attivo delle imprese nella definizione dello skill gap e nel conseguente supporto alla progettazione e realizzazione di interventi di upskilling e reskilling in raccordo con le istituzioni formative;
– promuovere la personalizzazione degli interventi, anche sulla base della messa in valore di quanto già acquisito in via formale e non formale, opportunamente attestato, e l’apprendimento in assetto lavorativo (Work Based Learning).
Pertanto, tra i Responsabili dell’attuazione della relativa misura dovrebbero essere annoverate oltre alle imprese, le loro rappresentanze datoriali, gli Enti Bilaterali, i soggetti pubblici e privati, gli ETS, in quanto soggetti legittimati a vario titolo a partecipare alla progettazione e realizzazione di percorsi formativi interaziendali.
Con riferimento alla Diffusione dei servizi di Individuazione Validazione e Certificazione delle competenze (IVC)
La previsione contenuta nel PNA in merito al ruolo determinante giocato dalle parti sociali nell’attuazione della relativa misura poteva essere meglio dettagliato con l’indicazione delle modalità operative di partecipazione e coinvolgimento delle stesse, al fine di favorire la trasmissione delle informazioni rilevanti in loro possesso in merito all’andamento delle misure identificate nel PNA.
Con riferimento al Rilancio delle Reti territoriali per l’apprendimento permanente e sviluppo dei Patti territoriali
Si esprime soddisfazione per la scelta di una governance partecipata a livello territoriale, quale strumento strategico per la promozione del diritto all’apprendimento permanente, in considerazione dell’importanza dei compiti ad esso affidati nella costruzione di un sistema integrato di servizi essenziali per tutte le numerose categorie di utenza potenziale: la lettura dei fabbisogni, i servizi di orientamento, il riconoscimento dei crediti formativi, la certificazione degli apprendimenti comunque acquisiti.
Anche qui si richiama l’attenzione sull’importanza di promuovere un’adeguata governance territoriale, affidata ai Tavoli e agli Accordi territoriali, per l’implementazione delle Reti e dei Patti territoriali.